Come può, il datore di lavoro, attuare Investigazioni soci e dei dipendenti senza violare la legge e, in particolare, lo statuto dei lavoratori?
In questi ultimi mesi si è parlato a lungo dei controlli a distanza sul personale dell’azienda. i cambiamenti introdotti dal job act hanno infatti riportato a galla il problema e il tema delle spie su cellulari, email e tablet. ma c’è stata anche la giurisprudenza della cassazione a sdoganare una serie di investigazioni che, certo, un tempo potevano apparire “impertinenti” e lesive della privacy.Insomma, sono cambiati i tempi degli anni ’70 dove il lavoratore – checché ne dicesse il buon caro Ugo ( personaggio cinematografico ) era davvero intoccabile. e forse l’attuale crisi ci spiega anche le ragioni: il dipendente deve dimenticare quell’antico antagonismo col datore e deve essere egli stesso uno degli artefici del successo della propria azienda. quando cessa questa fiducia, non se ne svantaggia solo il datore, ma lo stesso personale.Detto ciò, vediamo quindi cosa prevede la legge su come controllare i propri dipendenti e quali strumenti ha il capo per verificare che tutto proceda correttamente durante le ore di servizio e quelle successive. le telecamere possono essere utilizzate solo previo accordo coi sindacati o con l’ufficio territoriale del lavoro.Inoltre i lavoratori devono essere informati adeguatamente di ciò e del loro utilizzo. ma la funzione della videosorveglianza non deve essere quella di controllare l’operato dei dipendenti, ma prevenire furti o tutelare la salute e l’integrità dei dipendenti.Tanto per fare un esempio, in un supermercato le telecamere – la cui presenza deve essere segnalata sui vetri – non può essere puntata sulle cassiere per vedere se si incassano denaro o se stanno parlando tra loro, ma sugli scaffali per prevenire il rischio di furti.Chiaramente, se nella ripresa della telecamera dovesse finire proprio l’immagine di un dipendente che afferra un pacchetto di carne e lo nasconde per portarlo a casa, il filmato può essere ugualmente utilizzato contro di lui.Non potrebbe essere invece una valida prova se la telecamera è stata installata senza le autorizzazioni appena descritte. anzi, in quel caso il datore commetterebbe un possono essere effettuate soltanto alle seguenti condizioni: all’uscita del luogo di lavoro e con l’ausilio di sistemi di selezione automatica casuale rispetto alla collettività dei lavoratori salvaguardando la dignità e la riservatezza del lavoratoreConcordando i casi e le modalità delle perquisizioni con le rappresentanze sindacali o, in mancanza di queste, con la commissione interna. in difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l’ispettorato del lavoro. come spesso succede, l’azienda può fornire ai propri dipendenti degli strumenti aziendali che servano loro per svolgere meglio le proprie mansioni. il classico esempio è una postazione di pc sulla scrivania, ma anche un portatile o un tablet.Anche l’uso del cellulare aziendale è piuttosto diffuso. il datore può inserire in questi strumenti dei sistemi di controllo per verificare, ad esempio, se il cellulare viene usato per fare telefonate personali, se il pc viene impiegato per navigare su facebook o se sul tablet viene installato un videogame?La risposta è affermativa e, in questo caso, non c’è neanche bisogno del previo consenso dei sindacati o dell’ufficio territoriale del lavoro. è però necessaria l’informativa al dipendente che deve sapere che il suo pc o lo smartphone è sotto controllo. tanto al fine di rispettare la sua privacy.